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Kvaratskhelia racconta Napoli ed i suoi tifosi

Kvaratskhelia racconta Napoli ed i suoi tifosi

L’ attaccante azzurro Khvicha Kvaratskhelia accompagna i tifosi alla scoperta delle bellezze del territorio e le eccellenze produttive, nell’ ambito del progetto promosso dalla Lega Serie A.

di Gabriele Caruso

Prosegue il progetto di promozione del territorio portato avanti da Lega Serie A, Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

Per far conoscere la città di Napoli è stato scelto l’attaccante georgiano Khvicha Kvaratskhelia, uno dei simboli della passata stagione quando la Società Sportiva Calcio Napoli ha vinto il suo terzo campionato.

«Mi manca casa mia ogni giorno, ma ora sento che casa mia è in Italia e soprattutto in questa città, in cui si vive per il calcio. Si vede che i tifosi sono felici quando guardano il calcio e questo è incredibili perché non lo vedi da nessun’altra parte, devo dire. Il modo in cui i tifosi mi trattano, il modo in cui i tifosi mi amano, è una cosa grandissima.

Il calcio per me è tutto, è la mia vita, non ci sono dubbi. Giocavo con i miei amici per strada ogni volta che uscivo di casa, anche dopo l’allenamento ero lì a giocare con loro. Ho mosso i miei primi passi nel calcio di strada, è lì che sono cresciuto. Penso che tu possa vederlo nel modo in cui gioco. Per strada fai tanti tocchi, ami avere la palla tra i piedi. E anche ora che gioco su campi veri, in grandi stadi, provo ancora a giocare come facevo per strada. Le strade mi hanno cresciuto come giocatore di calcio, sono state da ispirazione.

Maradona? E’ stato uno dei giocatori migliori della storia del calcio. Penso che sia pazzesco che ci siano persone che mi paragonano a lui o che cercano di farlo. Per me è un piacere ovviamente e sono felice di tutto questo. Quando giochi nella squadra in cui giocava Maradona è un piacere. Prima di venire qui mio padre mi diceva sempre che Maradona era il migliore di sempre, era il suo idolo.

Quando la mia famiglia viene qui a trovarmi li porto sempre allo stadio, loro cercano sempre di uscire per mangiare pizza, pasta e tutto quello che di delizioso hanno qui. Amano il cibo italiano, uno dei migliori al mondo. L’unica cosa con cui scambierei pizza e pasta è il khachapuri, un piatto tipico georgiano.

Penso che napoletani e georgiani siano abbastanza simili perché quando facciamo qualcosa puntiamo sempre al miglior risultato. In Georgia amano troppo anche il calcio, come a Napoli. Per me Napoli ha delle belle vedute, anche meglio di Tbilisi, ma Tbilisi è una bella città. I dettagli sono importanti, quando lavori duro il calcio ti restituisce tutto. Ogni lavoro è importante.

In serie A ci sono grandi portieri, quindi se calci normalmente il portiere bloccherà il tiro. Devi essere bravo, non è mai facile, per questo lavoriamo ogni giorno per calciare meglio. Anche il talento è importante, ma se hai talento e non lavori abbastanza non sarai all’altezza, mentre se lavori duro sarai all’altezza.

Scudetto? E’ stato qualcosa di folle perché non avrei mai immaginato, neanche nei miei sogni più sfrenati, che un giorno sarei diventato campione d’Italia. Non potevo crederci, è stato un risultato troppo grande, non pensavo che sarei diventato campione d’Italia. Ma mentre uscivo ho pensato tra me e me ‘Ce l’ho fatta’.

Quando vinci il titolo una volta vuoi vincerlo di nuovo, provi a bissare il successo e a dare il massimo per riuscirci. Ma nella vita nulla è facile. Sono diventato campione d’Italia alla mia prima stagione e sono stato il primo a dare il via alla festa. Ho imparato tanto qui, non solo nel calcio ma proprio nella vita. Ho imparato tante cose fuori dal campo sul Napoli e sulla gente. Far parte di questa città è un’esperienza meravigliosa. Se dovessi andarmene sono sicuro che mi mancherebbero tante cose».

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Last modified: Aprile 11, 2024
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