Dal 2020 ad oggi, in Campania ci sono stati 33 suicidi in carcere. Motivo per cui la regione si posiziona seconda in Italia, dietro solo alla Lombardia, per il disagio che si vive negli istituti penitenziari.
di Gabriele Caruso
Questa condizione ha portato ad un sit-in organizzato in piazzale Cenni, tra il carcere di Poggioreale e il Tribunale, al quale erano presenti il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambirello, e il suo omologo della città di Napoli, don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis.
«Vogliamo abbattere questo muro di omertà e di indifferenza», ha dichiarato impassibile Ciambriello. «La politica deve ascoltare questo appello, affinché accanto alla certezza della pena ci sia anche la qualità della pena che passa attraverso lo studio, il lavoro, l’affettività, le relazioni. È necessario – ha aggiunto – un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In Italia, da inizio anno, ci sono stati 31 suicidi nelle carceri italiane, di cui 5 in Campania, persone – ha concluso Ciambriello – che non hanno ricevuto ascolto dalle istituzioni. Bisogna mettere in campo proposte di inclusione sociale».
Dello stesso parere Tonino Palmese che ha affermato: «Servono interventi urgenti sui suicidi in carcere non si può continuare a morire di carcere e in carcere. I nomi che oggi abbiamo letto, sia dei detenuti morti suicida che quelli degli agenti di Polizia Penitenziaria, sono volti, storie. I numeri – ha aggiunto Palmese – dimostrano la strage che c’è in atto. La politica e la società civile spesso incitano il clima ‘dobbiamo gettare la chiave, dobbiamo gettare la spugna’. Dovremmo invece – ha sottolineato – occuparci di questi numeri, di queste persone, e capire quanta risorsa umana è a disposizione per il recupero e per ristabilire la civiltà nel nostro Paese», ha concluso il presidente della Fondazione Polis.
Last modified: Aprile 18, 2024
